Pianificare correttamente la propria eredità è fondamentale per garantire una distribuzione chiara e senza ambiguità dei beni. Questo processo di pianificazione successoria offre sicurezza legale, evita dispute tra gli eredi e permette di proteggere il patrimonio accumulato nel corso della vita, assicurando la tranquillità futura dei propri cari.
In termini generali, i diritti ereditari riguardano tutti quei rapporti giuridici che non si estinguono con la morte del soggetto. Ciò include i diritti patrimoniali assoluti come la proprietà e altri diritti reali, ma non quelli personalissimi come l'usufrutto o l'abitazione, che si estinguono con la morte del loro titolare. Contratti, obbligazioni e rapporti aziendali possono essere trasferiti, a condizione che non siano basati sulle qualità personali della parte.
Tutti i rapporti non patrimoniali, inclusi quelli legati ai diritti della personalità e ai rapporti familiari come il matrimonio e la potestà parentale, si estinguono con la morte del titolare.
Al momento della morte di una persona, i successori devono verificare se esiste un testamento. Se sorgono dubbi sull'esistenza di un testamento, i successori possono effettuare una ricerca presso il Consiglio Notarile Distrettuale del territorio in cui il defunto aveva il suo ultimo domicilio.
Comprendere i diritti ereditari è essenziale per affrontare con serenità il momento della perdita di una persona cara. Assicurarsi di seguire le procedure legali corrette può rendere più agevole il processo di successione e consentire ai familiari di onorare adeguatamente il patrimonio e la memoria del defunto.
L’accettazione dell’eredità determina, salvo eccezioni, il subentro dell’erede nel patrimonio del defunto.
Il patrimonio oggetto dell’eredità, ovviamente, può essere costituito da attività e da passività. È quindi importantissimo verificare con attenzione il patrimonio ereditario per determinare la consistenza di eventuali passività.
L’accettazione può essere espressa, tacita ovvero con beneficio di inventario, si intende espressa quando il chiamato all’eredità accetta l’eredità attraverso un atto pubblico o una scrittura privata; si intende accettazione tacita quando il chiamato all’eredità compie un’azione per la quale presuppone in maniera inequivocabile la sua volontà di accettare l’eredità.
Nel caso in cui il chiamato all’eredità non voglia accettare la sua parte dovrà rinunciarvi e non sarà tenuto alle spese sostenute per gli atti che sono a carico dell’eredità.
Per tutelare il chiamato all’eredità contro le eventuali passività presenti nel patrimonio ereditario, la legge gli consente, a certe condizioni, di accettare con beneficio di inventario. Si tratta di una particolare procedura che consente all’erede di tenere separato il proprio patrimonio dal patrimonio oggetto dell’eredità e di effettuare un accertamento analitico della situazione, dunque della presenza o meno di debiti ereditari consistenti.
Il chiamato all’eredità ha dieci anni per accettarla a decorrere dal giorno dell’apertura della successione, oppure eventualmente entro il termine stabilito dal giudice. Nel caso in cui il chiamato all’eredità non abbia l’intenzione di succedere dovrà manifestare la rinunzia e in questo caso verrà considerato come se non vi fosse stato chiamato all’eredità.